Al momento, non esistono leggi o regolamenti specifici che disciplinano l’emissione di criptovalute (ad eccezione delle regole stabilite nella legge portoghese antiriciclaggio). Pertanto, le criptovalute non sono vietate e gli investitori possono acquistare, detenere e vendere questi asset.
Tuttavia, il 10 marzo 2015 il Banco de Portugal ha emesso una raccomandazione, esortando le banche e altri istituti di credito, istituti di pagamento e istituti di moneta elettronica ad astenersi dall’acquistare, detenere o vendere valuta virtuale a causa dei rischi associati all’uso di schemi di valuta virtuale identificati dall’ABE (raccomandazione della Banca del Portogallo).11
In relazione ad altri tipi di token in Portogallo, lo stesso si può dire in quanto non esistono normative specifiche applicabili anche ad altre forme di token virtuali. Tuttavia, non si può dire che vi sia un vuoto normativo in questo contesto, poiché le leggi esistenti dovranno essere valutate caso per caso per determinare se si applicano a una particolare ICO, token o attività correlata.  ; A questo proposito, le leggi applicabili ai token varieranno notevolmente a seconda delle caratteristiche specifiche di ciascun token.
La regolamentazione di Bitcoin e delle criptovalute in Portogallo
Dal punto di vista del quadro giuridico, la preoccupazione principale quando si analizza un ICO e i rispettivi token sarà determinare se l’ICO rappresenta un token di utilità o un token di sicurezza. Gli ICO che mirano a offrire token che rappresentano diritti e/o interessi economici nei risultati di un progetto specifico, l’uso di software, l’accesso a determinate piattaforme o comunità virtuali o altri beni o servizi, possono ipoteticamente sovrapporsi alle questioni relative ai consumatori e diventare soggetto a determinate normative in materia di tutela dei consumatori.
ICO che mirano a offrire token che rappresentano diritti e/o interessi economici in un’impresa, un progetto o una società predeterminata, come i token che concedono al titolare il diritto di partecipare ai profitti di un’impresa, un progetto o una società o anche token di tipo valuta, possono potenzialmente essere qualificati come titoli e passare a titoli’ mondo fortemente regolamentato, diventando soggetto alle normative sui titoli esistenti, in particolare alle normative applicabili alle offerte pubbliche di titoli e/o alle sedi di negoziazione di titoli. A questo proposito, va notato che in seguito alla posizione dell’ESMA nel novembre 2017 in cui si affermava che gli ICO qualificabili come strumenti finanziari potrebbero essere soggetti a regolamentazione ai sensi del diritto dell’UE, a partire dal 9 gennaio 2019, l’ESMA ha ha pubblicato consigli su ICO e criptovalute. In particolare, sotto il titolo “Implicazioni normative quando una criptoattività si qualifica come strumento finanziario”, l’ESMA fornisce consulenza sulla potenziale applicazione, in particolare, della direttiva sul prospetto (direttiva 2003/71/CE, come modificata), della direttiva sulla trasparenza (Direttiva 2013/50/UE), la Direttiva sui mercati degli strumenti finanziari (MiFID II) (Direttiva 2014/65/UE), il Regolamento sui mercati degli strumenti finanziari (Regolamento (UE) n. 600/2014) e relativi atti attuativi, il regolamento sugli abusi di mercato e le vendite allo scoperto (regolamento (UE) n. 596/2014 e regolamento (UE) n. 236/2012), la direttiva sul carattere definitivo del regolamento (direttiva 2009/44/CE), il regolamento sul deposito accentrata di titoli (regolamento (UE) n. 909/2014) e la Direttiva sui gestori di fondi di investimento alternativi (AIFM) (Direttiva 2011/61/UE).
Vale inoltre la pena notare che, nell’ambito delle informazioni pubblicate sulla criptovaluta portoghese Bityond, di cui sopra, il CMVM ha già pubblicamente dichiarato che un token che consente ai suoi utenti di (i) partecipare a sondaggi relativi allo sviluppo di una piattaforma online, e (ii) donare ulteriormente token alla piattaforma online per lo sviluppo di nuovi strumenti, non è qualificato come strumento finanziario, ovvero non è un token di sicurezza, e quindi non è soggetto alla legge sui titoli o alla vigilanza del CMVM. Inoltre, nella sua diffida indirizzata ai soggetti coinvolti nelle ICO, datata 23 luglio 2018, e sopra richiamata, il CMVM ha chiarito gli elementi che possono, in astratto, implicare la qualificazione dei security token come titoli, ovvero: (i) se possono essere considerati documenti (sia in forma dematerializzata che fisica) rappresentativi di uno o più diritti di natura privata ed economica; e (ii) se, date le loro particolari caratteristiche, sono assimilabili ai tipici titoli di diritto portoghese. Ai fini della verifica del secondo elemento, il CMVM terrà conto di eventuali elementi, compresi quelli messi a disposizione dei potenziali investitori (che possono comprendere eventuali documenti informativi, ad es. white paper), che possano comportare l’obbligo dell’emittente di intraprendere eventuali azioni da cui l’investitore può trarre un’aspettativa di ritorno sul proprio investimento, come ad esempio: (a) concedere il diritto a qualsiasi tipo di reddito (ad esempio il diritto a ricevere guadagni o interessi); o (b) intraprendere determinate azioni, da parte dell’emittente o di un relente, volto ad aumentare il valore del token.
Le normative di legge sulle criptovalute in Portogallo
Il CMVM conclude pertanto che se un token è qualificato come titolo e la rispettiva ICO è indirizzata a investitori portoghesi, si applicheranno le leggi nazionali e dell’UE pertinenti, comprese, tra l’altro, quelle relative a : l’emissione, la rappresentanza e la trasmissione di titoli; offerte pubbliche (se applicabile); commercializzazione di strumenti finanziari ai fini della MiFID II; requisiti di qualità dell’informazione; e norme sugli abusi di mercato. Infine, qualora l’ICO si qualifichi come offerta pubblica, il CMVM chiarisce ulteriormente che un prospetto dovrebbe essere redatto e presentato, insieme a qualsiasi materiale di marketing per l’ICO, al CMVM per l’approvazione, a condizione che non si applichi esenzione in relazione all’obbligo di disegnare un prospetto.
Infine, nel presente avviso, il CMVM avverte anche che laddove un token non si qualifica come titolo, il suo emittente dovrebbe evitare l’uso, anche nella documentazione dell’ICO, di espressioni che possono essere confuse con espressioni comunemente utilizzate nel contesto di offerte pubbliche di titoli, come “investitore”, “investimento”, “mercato secondario” e “ammissione alla negoziazione”.
Inoltre, come detto sopra, per le imprese che effettuano transazioni con cripto-attività, è importante notare che dal recepimento della Direttiva (UE) 2018/843, del 30 maggio 2018, che modifica la Direttiva (UE) 2015/849 sulla prevenzione dell’uso del sistema finanziario a fini di riciclaggio di denaro o finanziamento del terrorismo e che modifica le direttive 2009/138/CE e 2013/36/UE nella legge portoghese antiriciclaggio, le seguenti persone (fisiche o giuridiche) dovranno essere registrati presso il Banco de Portugal prima di iniziare la propria attività in Portogallo: (i) fornitori impegnati in servizi di scambio tra asset virtuali e valute fiat; (ii) fornitori impegnati in servizi di scambio tra una o più forme di asset virtuali; (iii) fornitori di servizi che consentono il trasferimento di risorse virtuali da un indirizzo o portafoglio a un altro; e (iv) fornitori di servizi di custodian wallet (che consentono la salvaguardia di chiavi crittografiche private per conto dei propri clienti, per detenere, archiviare e trasferire valute virtuali).
📌 Ricerche correlate:
🔬 Regolamentazione Bitcoin in italia
🔬 Regolamentazione Criptovalute in Italia
🔬 La regolamentazione di Bitcoin e delle criptovalute in Portogallo
🔬 Normativa Antiriciclaggio Criptovalute
🔬 Bitcoin e Tasse nella dichiarazione dei redditi