Dopo che nell’ultima settimana le più importanti aziende tecnologiche al mondo hanno presentato il loro relativo report riguardante gli utili degli ultimi tre mesi, si è riscontrato un grosso tracciamento di prezzo sui titoli tech facenti parte dell’index SP500. Questo tracciamento di prezzo ha reso noto come da adesso in poi molti denari verranno trasferiti dalle stock options alle cryptovalute; in modo particolare si è visto come nelle ultime 36 ore BTC (Bitcoin) abbia conseguito una perdita del 13% circa.
Tale perdita è sicuramente dovuta all’inflazione sull’USD (dollaro), ma anche al tweet del CEO di Tesla Elon Musk che mercoledì ha condiviso sul suo profilo personale la sospensione dell’acquisto di Tesla con Bitcoin. Perché questo? Perché l’incremento di consumo di energia e le emissioni di carbonio necessarie alle operazioni blockchain di BTC potrebbero apportare conseguenze parecchio negative sull’ecosostenibilità del nostro pianeta.
Il problema ambientale è oramai di portata mondiale e sono oramai molte le multinazionali che stanno accentrando i propri pensieri e filosofia riguardo la salvaguardia degli ecosistemi. Basti solo pensare a Google che, lo scorso settembre, ha annunciato che entro l’anno 2030 sarà carbon free, ossia si impegnerà a utilizzare energia priva di emissioni di carbonio, 24 ore su 24 e 7 giorni su 7. (per maggiori informazioni in merito, vi invitiamo a guardare il video incorporato in cima a questo articolo).
Il tweet di Elon Musk che afferma la sospensione di acquisto di Tesla con Bitcoin
Tesla & Bitcoin pic.twitter.com/YSswJmVZhP
— Elon Musk (@elonmusk) May 12, 2021
Per chi non lo conoscesse, Elon Musk è un imprenditore di origine sudafricana con cittadinanza canadese naturalizzato statunitense. E’ il fondatore di SpaceX (Space Exploration Technologies Corporation, azienda aerospaziale statunitense), di The Boring Company (azienda di costruzione di tunnel e di infrastrutture), co-fondatore di Tesla (azienda specializzata nella produzione di auto elettriche, pannelli fotovoltaici e sistemi di stoccaggio energetico), di Neuralink (azienda di neurotecnologie), di PayPal (società che offre servizi di pagamento digitale e trasferimento di denaro tramite il web) e presidente di SolarCity (azienda che installa sistemi di energia solare negli USA).
Era il 24 Marzo 2021 quando il CEO della nota azienda automobilistica dichiarò ufficialmente, tramite un tweet sul suo profilo personale pubblicato alle 8:02 del mattino, la possibilità di acquistare Tesla attraverso pagamento con la cryptovaluta più scambiata e importante al mondo, ossia Bitcoin e aggiungendo, esattamente 7 minuti dopo il precedente tweet, che Tesla avrebbe utilizzato solo un software interno open source, con cui avrebbe direttamente gestito i nodi Bitcoin e che il Bitcoin pagato sarebbe stato mantenuto come tale senza essere convertito in valuta fiat. Alle 8.10 concludeva le sue dichiarazioni scrivendo che la possibilità di acquistare Tesla con Bitcoin al di fuori degli Stati Uniti sarebbe stata elargita entro l’anno. Queste parole spinsero immediatamente al rialzo la quotazione di BTC.
Con il tweet di Martedì 12 Maggio 2021, di mezzogiorno circa, Musk ha annunciato la sospensione degli acquisti dei veicoli Tesla con pagamento tramite BTC, fino a quando non sarà risolto il dilemma del suo negativo impatto sul pianeta, poiché le varie attività di mining che creano Bitcoin richiedono troppa energia, soprattutto di tipo fossile, a scapito della qualità dell’ambiente. Con questo tweet, Bitcoin ha immediatamente pagato dazio registrando un brusco calo nella sua quotazione.
Bitcoin e la sostenibilità ambientale
Uno studio recente pubblicato a inizio Aprile sulla nota rivista scientifica “Nature Communications“, ha reso ben evidente alla popolazione mondiale come il consumo di energia e le emissioni di carbonio dovute all’estrazione di Bitcoin siano in rapida crescita, soprattutto in Cina e sembrerebbe che entro il 2024 si raggiungerà il picco di questo processo di consumo energetico a circa 297 terawatt/ora, generando circa 130 milioni di tonnellate di emissioni di carbonio, cifre che superano nettamente l’intera produzione annuale di emissioni di gas a effetto serra di paesi di medie dimensioni come l’Italia o la Repubblica Ceca.
Bitcoin, purtroppo, utilizza più elettricità di qualsiasi altro metodo conosciuto dall’umanità e questo non è affatto positivo per il clima del nostro pianeta. Bitcoin, per poter funzionare, si basa sulla tecnologia blockchain, con cui è permessa la registrazione decentralizzata di elenchi di transazioni. Per poter aggiungere una transazione alla catena di blocchi detenuta dagli utenti, è necessario crittografarla e convalidarla e questi passaggi avvengono in seguito a lunghi e complessi processi di calcolo noti con il termine “mining“.
Tali calcoli sono seguiti da professionisti muniti di hardware specifici, sviluppati appositamente per questa tipologia di attività e che richiedono consumi elettrici importanti; la maggior parte di questi professionisti risiede in Cina, paese che purtroppo è ancora fortemente legato all’impiego del carbone. Per poter limitare entro la fine del secolo l’aumento della temperatura terrestre al di sotto dei due gradi, sarebbe di fondamentale interesse comune ridurre nel mondo le centrali di carbone: la Cina, invece, sta incrementando il parco di generazione del carbone e, fino a quando il mining di BTC sarà gestito in questa maniera, il problema ambientale resterà molto serio e presente. Se desiderate avere informazioni più dettagliate e tecniche a riguardo, consigliamo l’articolo di “Nature Communications” qui.
Quai sono le migliori cryptovalute ecosostenibili
To be clear, I strongly believe in crypto, but it can’t drive a massive increase in fossil fuel use, especially coal
— Elon Musk (@elonmusk) May 13, 2021
Ancora una volta Elon Musk è tornato a farsi sentire su Twitter e proprio ieri ha voluto ribadire, con tre tweet postati sul suo profilo personale, la volontà di voler puntare su cryptovalute più “ecologiche”, che non determinino un aumento di utilizzo del combustibili fossili. Ecco che è subito partita la caccia alle cryptovalute più “green”: ne esistono alcune che mirano alla condivisione dei software sfruttando la cosiddetta energia pulita.
Al momento le cryptovalute ecosostenibili più conosciute sono: CureCoin, Solarcoin, BitGreen, Green Energy Token e Energy Web Token. CureCoin è una cryptovaluta nata per sostenere la ricerca scientifica sul cancro, sul Covid, sull’Alzheimer e su altre patologie. La sua filosofia è quella di utilizzare una rete di pc normali senza sfruttare hardware dedicati per il mining. Chi volesse offrire potenze di calcolo, può scaricare i software BOINC o folding@home, ottenendo così, come ricompensa monetaria, CureCoin. Solarcoin è stata invece creta con l’intenzione di premiare la produzione di energia solare: la sua distribuzione consente di ricevere incentivi per generare elettricità solare, contribuendo anche a creare posti di lavoro nel settore delle energie rinnovabili. Il mining di Solarcoin avviene solo ed esclusivamente tramite produzione di energia solare: praticamente crea 1 token per ogni megawatt/ora generato con energia solare, ripagando così gli impianti.
BitGreen è una crypto nata per fornire un’alternativa dal punto di vista energetico a Bitcoin: permette di realizzare profitti agendo su acquisti che mitigano l’impatto ambientale negativo e favoriscono un’economia rigenerativa che promuove una società più sana. Green Energy Token è nata con l’idea di sostenere lo sviluppo della tecnologia dell’energia verde, partecipando come azionisti o investitori in società di energia verde nuove ed esistenti. Il mining di Green Energy Token offre una soluzione di elaborazione blockchain ecologica e ad alte prestazioni. Infine Energy Web Token è nata per supportare applicazioni di livello aziendale nel settore energetico che includono società energetiche, di servizi pubblici, operatori di rete, sviluppatori di software e fornitori di tecnologie. Il suo mining deriva da una sorta di personalizzazione e adattamento della blockchain Ethereum al settore energetico.
Tecnologia Blockchain ed ecosostenibilità
Come abbiamo ampiamente ripetuto in questo articolo, la blockchain di Bitcoin risulta essere un pericolo non indifferente per il nostro ambiente, in seguito all’elevato consumo di corrente elettrica di cui necessita il sistema per consentire la registrazione e convalida delle varie transazioni.
La domanda che in molti si pongono è se davvero la tecnologia blockchain sia davvero così irrispettosa dell’ambiente.
Sono invece presenti dei progetti blockchain che hanno seriamente a cuore la salute del nostro amato pianeta, facendo del loro core business l’ecosostenibilità.
Quali sono i migliori progetti blockchain ecologici da conoscere
Tra i migliori progetti blockchain sono degni di citazione: CLEAN WATER COIN, BANKEX, MISSIONBLUE, ELECTRONEUM e REGEN NETWORK. Clean Water coin è stato creato per aiutare tutti coloro che non hanno accesso all’acqua potabile, in particolare modo in Africa. Si tratta di un wallet multi valuta per le cryptovalute, in cui un decimo di ciascuna transazione eseguita viene destinato alla fondazione benefica CharityWater.org. Bankex è una piattaforma che ha introdotto il WaterCoin, al prezzo iniziale di 0,02 dollari (prezzo corrispondente a un litro di acqua potabile). Il suo vantaggio principale è che sono assenti intermediari, il che consente di destinare tutti i fondi ricevuti direttamente all’emittente.
Mission Blue è invece nata per poter condurre ricerche e studi sull’ecosistema della barriera corallina dei mari. I dati raccolti vengono memorizzati sulla blockchain rendendo così possibile salvare luoghi magici e incontaminati. Grazie all’aiuto di donazioni e investimenti in cryptovalute, si contribuisce all’attivazione di programmi destinati alla protezione e salvaguardia di aree chiave per poter preservare gli oceani del mondo. Electroneum ha creato un software che ha consentito una trasformazione dell’industria della cryptovaluta, riducendo di gran lunga la sua impronta di carbonio. I profitti ottenuti dal mining sono utilizzati per aiutare i più bisognosi, sui loro territori, ad acquisire competenze, informazioni e formazione per migliorare il loro stile di vita.
Infine, Regen Network sfrutta la tecnologia blockchain per garantire l’immutabilità di importanti dati ambientali che, ad oggi, si trovano in silos sparsi per il pianeta. Ciò consente di memorizzare sia gli smart contract creati tra investitori e agricoltori, sia i dati GIS (dati territoriali di qualsiasi natura) e di telerilevamento, che fungono come algoritmi per soddisfare i requisiti ecologici inseriti all’interno degli smart contract stessi. Queste due componenti funzionano insieme per premiare gli agricoltori maggiormente ecosostenibili, che soddisfano i criteri contrattuali.