Il mondo crypto offre numerosissimi metodi con cui mettere a rendita i propri fondi: diventa quindi necessario conoscere quelle che sono le piattaforme da utilizzare affinché siano sicure per l’utente, il quale, a sua volta, dovrà essere in grado di adoperarle con la consapevolezza dei rischi a cui va incontro. L’ecosistema che si è costruito ad oggi intorno ai progetti blockchain consente agli investitori in criptovalute di poter scegliere fra 12 possibile strategie di guadagno differenti. Fra queste possiamo menzionare:
1. Comprare e vendere criptovalute
2. Comprare e mettere a rendita passiva
3. Fare Mining
4. Applicare strategie di DeFi Yield Farming
5. Accumulare crypto gratis con Airdrops
6. Microtasks
7. Freelancing
8. Ricevere Crypto pagamenti
9. Scrivere articoli sulle criptovalute
10. Guadagnare con il Cashback delle crypto
11. Guadagnare con i Bonus e i Referral
12. Faucets – un’app o un sito Web che distribuisce piccole quantità di criptovalute
In questo articolo analizzeremo come i suddetti metodi generino rendita, vedremo come esistono dei modelli che consentono alle rendite di esistere, come questi stessi siano sostenibili e quali potrebbero essere i rischi a cui si va incontro con il fine di minimizzarli. L’obiettivo finale è sicuramente quello di arrivare a padroneggiare al meglio la materia, mettendo a rendita delle crypto e capire infine se il relativo mondo fa per noi.
Conviene holdare una crypto o coin?
Perché dovrebbe convenire mettere a rendita le proprie crypto? Essenzialmente per non tenerle ferme, poiché da sole non avrebbero di sicuro modo di incrementarsi. Mettendole invece a rendita, riuscirebbero ad aumentare in quantità nel tempo.
Per fare ciò, è però necessario essere consapevoli che si è innanzitutto sempre esposti a rischi, questo perché ci si deve affidare a piattaforme che a loro volta non ne sono mai esenti. In certi casi, inoltre, non si ha il controllo diretto sui fondi, poiché parecchie delle piattaforme a cui ci si appoggia sono centralizzate e permettono rendite affidando loro le nostre crypto. Infine è necessario possedere una strategia del proprio portafoglio per ridurre i vari rischi, perciò diventa importante seguire sempre l’andamento delle coins.
Fra le migliori piataforme per ottenere una rendita passiva possiamo non troviamo eToro in quanto non offre ancora questo servizio. La piattaforma potrebbe avere tutte le carte in tavola per diventare uno dei protagonisti futuri. Ma attualmente piattaforme come Nexo, Celsius Network, lo staking di Crypto.com e Binance Earn sembrano irraggiungibili. Tutte queste piattaforme offrono un bonus di iscrizione e consentono di mettere a rendita passiva euro, dollari, Bitcoin e altre criptovalute. Sono tanti e svariati i metodi di messa a rendita delle crypto e con diversi livelli di difficoltà, alcuni accessibili a tutti e altri dedicati a coloro che sono più esperti. E’ quindi fondamentale essere onestamente consapevoli dei propri limiti e conoscere la materia.
Quali sono i rischi dela CEFI, staking di criptovalute?
Dove c’è maggior rendimento, c’è inevitabilmente la possibilità di altrettanto maggior rischio e questo vale per molti dei metodi di rendita. Di fondamentale importanza è la comprensione del concetto di piramidazione del rischio, che comprende tutte quelle procedure atte a esporsi maggiormente con gli investimenti a minor rischio. Iniziare con le criptovalute comporta molti rischi per via dell’elevata volatilità. Qui di seguito, in ordine crescente di rischio e difficoltà, tratteremo le diverse opportunità di guadagno possibili, tramite l’utilizzo di differenti piattaforme.
La prima è la piattaforma centralizzata CeFi, in cui depositiamo i nostri fondi, li “dimentichiamo”, attendiamo che maturino gli interessi e, quando lo desideriamo, li preleviamo con tanto di interessi maturati. Segue poi la piattaforma CeFi speculativa, in cui si utilizza sempre la medesima piattaforma CeFi, ma con qualche attenzione in più per poter far crescere il rendimento ottenibile e accollandosi rischi maggiori legati alla volatilità di alcune coins: per questo sarà necessario essere più attivi e vigili sulla piattaforma per la presenza della componente speculativa. Segue la DeFi, piattaforma decentralizzata, in cui non si hanno rischi legati alla centralizzazione, ma se ne hanno ben altri: è fondamentale quindi sapere ciò che si sta facendo, altrimenti sarà inevitabile la perdita di tutti i propri fondi. Esiste anche la DeFi speculativa, con diverse svariate piattaforme in base al livello di difficoltà, che consente sì rendimenti più elevati ma andando incontro a rischi maggiori.
Infine ci sono delle operatività avanzate legate al trading o all’uso di prodotti derivati come il cash and carry che sfrutta lo spread tra mercato spot e mercato futures, lo staking con hedged, staking migliorato finalizzato alla riduzione dei rischi e altri metodi avanzati esclusivi per i pro.
Che cosa vuol dire CeFi e cosa rappresenta
CeFi sta per Finanza Centralizzata e si tratta di servizi finanziari che vengono erogati attraverso piattaforme centralizzate di proprietà di aziende. Sono piattaforme di lending, cioè piattaforme che erogano prestiti a clienti retail o istituzionali.
I clienti retail, che sono clienti ad alto rischio, sono persone fisiche che accedono alle piattaforme e richiedono un prestito collateralizzato, cioè, depositano un bitcoin a livello di garanzia e prendono un prestito in liquidità (in euro, dollari o Stablecoin) pari, per esempio, a metà del prezzo del valore del bitcoin per evitare di essere liquidati alla prima oscillazione di prezzo del bitcoin stesso. I clienti istituzionali, invece, possono permettersi di utilizzare le piattaforme per dei prestiti non collateralizzati e questo perché si tratta di aziende note nel settore che godono di vie preferenziali nei confronti delle piattaforme di lending stesse, le quali forniscono loro liquidità anche senza garanzie alcune. Ovviamente, i clienti istituzionali disporranno di contratti più specifici e con tassi di interesse maggiori rispetto i clienti retail.
Alcune piattaforme integrano metodi di pagamento interni, altre dispongono di exchange per poter guadagnare le fee, altre ancora implementano dei veri e propri trust per l’acquisto di azioni per ottenere maggiori guadagni. Esiste inoltre un’assicurazione sui depositi, ma attenti: si tratta di un’assicurazione che tutela i depositi che restano fermi. Se ad esempio fate un prestito, ma questo non viene restituito, l’assicurazione non copre il danno. Il rischio a cui quindi si incorre è il rischio di insolvenza che rappresenta il rischio vero e proprio.
Le migliori piattaforme CeFi per mettere a rendita le cryptovalute
Alcune delle migliori piattaforme CeFi sono BlockFi, Ledn, Binance, Celsius, Nexo & Crypto.com. Il rendimento medio di queste è circa del 5% sui Bitcoin e del 10% su Stablecoin (che danno maggiore rendimento perché rappresentano la liquidità). Esiste poi il rischio di controparte poiché, come già detto in precedenza, noi andiamo ad affidare le nostre crypto ad aziende di cui non si conoscono i proprietari e di conseguenza le loro ragioni sociali.
Per accedere a queste piattaforme è necessario il KYC, ossia la verifica di identità del cliente che ne richiede l’accesso e che avviene tramite l’invio di un documento di identità valido, questo per rispettare le normative anti riciclaggio. Alcune piattaforme supportano inoltre la valuta FIAT, che per qualcuno risulta assai comoda.
Per mitigare il rischio, è buona norma diversificare il proprio capitale su diverse piattaforme cosicché, in caso di fallimento di una di queste, venga persa solo una parte del capitale e non tutto. Infine, qualora non si intendesse investire e speculare sulle proprie cryptovalute, si può scegliere un crypto hardwallet, cioè una sorta di chiavetta USB in cui le cryptovalute vengono custodite offline.
Come scegliere la giusta piattaforma CeFi
Per scegliere la CeFi è indispensabile mitigare il rischio diversificandolo su diverse piattaforme come abbiamo spiegato poco fa e queste andranno accuratamente selezionate seguendo alcuni criteri che non prendono in considerazione il rendimento più alto.
Sarà anche fondamentale analizzare la trasparenza della piattaforma di lending, cioè andare a cercare tutte quelle informazioni relative i dati dell’azienda di riferimento, del suo team o del CEO e se questi dati sono nascosti o non sono proprio presenti, è chiaro che la piattaforma non sarà trasparente. Sulla stessa dovrebbero anche essere accessibili tutte quelle notizie relative il business model, ossia le informazioni che rendono noto come avviene il rendimento: se queste sono presenti in maniera generica, significa che la piattaforma è poco chiara.
Dovrebbero inoltre anche essere alla portata del cliente le informazioni riguardanti la rischiosità dei prestiti e che informano a chi sono destinati gli stessi, oltre che notizie inerenti gli audit esterni, ossia notizie concernenti i fondi depositati.
Qual è la differenza tra CeFi e sCeFi
Nella CeFi speculativa (sCeFi) si utilizzano le stesse piattaforme della CeFi, sfruttando però qualche trucchetto con il fine di aumentare il rendimento ottenuto senza andare ad intaccare l’investimento iniziale. Ad esempio, è sufficiente richiedere il rendimento nel token delle piattaforme, cioè si punta al massimo il rendimento a discapito della stabilità, poiché il token è volatile, il che significa che ci si accolla il rischio di volatilità che ricade solo ed esclusivamente sul rendimento, lasciando intatto l’investimento iniziale.
La rendita può inoltre essere trasformata mensilmente o trimestralmente in altre crypto volatili, assumendosi però sempre il rischio di volatilità senza andare a intaccare l’investimento liquido messo a rendita.
E’ palesemente chiaro che tutto questo processo richiede un’attività periodica di conversione e gestione per poter eseguire con attenzione e cura le opportune operazioni di cambio.
Conviene holdare o convertire il token generato?
Per rispondere a questa domanda, facciamo direttamente un esempio pratico appoggiandoci a Celsius Network. Se si ottiene una rendita in token sale, il network paga il 13,10% annualizzato, altrimenti il 10,5%.
Come è evidente, vi è una differenza del 26% se si viene pagati in token sale, il che sta a significare che si va in break even, ossia in pari; ciò vuol dire che se si detiene la rendita in token sale, si ottiene la medesima rendita che si sarebbe avuta con USD Coin senza sale.
Oltre a detenere il token, è possibile cambiare il sale mensilmente, trimestralmente o semestralmente in altri USD Coin da rimettere a rendita: si preleva, si esegue il deposito su un exchange, si fa il cambio e si effettua nuovamente il deposito sul relativo network. Se si vuole quindi investire in token questo è il procedimento che conviene seguire.
Che cosa significa DeFi nel mondo delle cryptovalute
DeFi, cioè finanza decentralizzata, non dispone più dell’azienda intermediaria come nella CeFi, bensì si basa su smart contract che può essere sulla blockchain Ethereum o su altre blockchain alternative.
Svariati sono i servizi finanziari erogati su blockchain, come i lending (prestiti), i pool di liquidità decentralizzati, gli asset management che sono piattaforme che gestiscono i fondi per conto degli investitori e lo yield farming, ossia un incentivo che possiedono specifiche piattaforme, con lo scopo di attirare maggiore liquidità. In poche parole, le piattaforme che ne dispongono garantiscono al cliente, oltre al normale rendimento, un omaggio in token aggiuntivi in segno di riconoscenza per la liquidità depositata.
I modelli di rendimento sono estremamente variabili a seconda della piattaforma selezionata. Importante è sapere che per funzionare al meglio, la piattaforma dovrà detenere un doppio incentivo: da un lato verso l’utilizzatore che sceglierà una determinata piattaforma al posto di una alternativa e dall’altra parte il liquidity provider, che dovrà essere sollecitato da sufficienti ricompense e altrettanta sufficiente competitività in termini di onorario.
Quali sono i migliori siti di Defi per investire in cryptovalute
Tra le piattaforme DeFi più conosciute citiamo 1inch, Sushiswap, Curve, PancakeSwap e Uniswap, il cui rendimento è molto variabile: infatti oscilla dal 20 al 60% su Stablecoin e vale più del 100% su altre coin o pool volatili.
Qui il rischio è rappresentato innanzitutto dai bug/exploit degli smart contract; se per esempio un hacker trova un modo per sottrarre liquidità dallo smart contract, lui non sarà mai trovato e di conseguenza la piattaforma e relativi clienti ne risentiranno inevitabilmente. C’è poi il concetto di impermanent loss sui pool di liquidità, rappresentato da una leggera perdita che va ad incrementarsi laddove la coppia delle due coins in cui si mette liquidità, come liquidity provider, va a divergere. Infine c’è anche il rischio di componibilità: in poche parole, se si utilizza una piattaforma di DeFi che si integra con altre, il rischio complessivo a cui si andrà incontro sarà dato dalla somma dei rischi delle singole piattaforme.
In queste piattaforme, il rendimento dipende spesso dallo yield farming, quindi dal prezzo del token. Una delle migliori strategie per utilizzare le DeFi è quella di vendere periodicamente il token farmato.
Che cosa è la sDeFi?
La sDeFi, DeFi speculativa, prevede la detenzione dei token farmati e volatili per definizione, oppure la conversione dei token in altre crypto sempre volatili. Molto spesso, sulle piattaforme DeFi, si può mettere in staking le coins farmate per incrementare i rendimenti, cioè gli APY.
C’è inoltre la strategia High Rotation, utilizzabile solo sulle blockchain, in cui i costi di gas fee sono bassi; questa strategia prevede l’inseguimento degli APY più alti, spostandosi da una piattaforma all’altra in totale sicurezza.
Con la sDeFi si minimizza il rischio sull’investimento iniziale e si massimizzano il potenziale rendimento e volatilità sul rendimento stesso dell’investimento iniziale.
Investimento in cryptovalute: Cash and Carry
Infine abbiamo il cash & carry, un’operatività destinata ad ottenere una neutralità al mercato andando a guadagnare, per esempio, da una sorta di arbitraggio tra il prezzo del Bitcoin spot e il valore di una future di Bitcoin a scadenza lontana che solitamente è più alto. Se si detengono entrambe le posizioni fino a maturazione, si incasserà il netto dello spread, ovviamente se questo sarà positivo, altrimenti suddetta operatività non avrebbe alcun senso. Fondamentale è essere consapevoli che tale operatività va eseguita solo e soltanto se la si conosce e comprende al 100%.
Nel cash & carry si può utilizzare il collaterale spot per aprire la posizione short; ci sono exchange o future inverse che usano Bitcoin come collaterale per aprire la posizione. Attenzione, però, che esistono dei rischi di estrema volatilità che possono liquidare la posizione e diventa quindi necessario comprendere al meglio le fee che si stanno pagando.
Il cash & carry, infine, è combinabile con l’hedged staking: si effettua lo staking di un coin, si prosegue con lo short sul future a scadenza lontana e si guadagna sia dallo staking, sia dallo spread future spot.
Si ringrazia The Crypto Gatwey per gli insegnamenti trasmessi.